— Nathan

Il MoSE non è l’unica soluzione possibile ma è una soluzione per salvare Venezia

Come dice il prof, Luigi D’Alpaos, massima autorità italiana nell’ingegneria idraulica: “è evidente che per difenderci dalle acque alte eccezionali non c’è soluzione diversa, oggi come oggi, da quella di intercludere la laguna rispetto al mare. E cioè chiudere le bocche di porto”.

Questo significa che, se vogliamo salvare Venezia (e Chioggia etc.) dall’acqua alta serve un sistema che chiude la laguna, quindi i problemi addossati al MoSE (resterebbe aperto troppo spesso con effetti deleteri per l’ecosistema lagunare, il vento potrebbe causare innalzamenti di una parte di laguna rispetto all’altra, è necessario aprire il sistema con grande anticipo), sarebbero COMUNI a qualsiasi impianto fisso, tipo diga all’olandese o una serie di sistemi alternativi proposti.

La soluzione originale del MoSE è quella di essere invisibile quando chiuso ed evitare l’enorme impatto paesaggistico di soluzioni “alla olandese”: “Ci sono persone e associazioni che già si lamentano dell’impatto paesaggistico delle poche opere a vista del Mose, figuriamoci le dighe a vista.” come sostiene Roberto Carlin.

Alcuni interventi proposti, tipo innalzare il fondale, sono utili a COMPLEMENTO di un sistema che dovrà per forza funzionare: dei 7 miliardi già spesi ben 1,5 sono stati usati per interventi di salvaguardia (rinforzo dei litorali, ricostruzione dei moli, ricalibratura dei canali, ricostruzione delle barene). Allo stesso modo sostenere che il MoSE abbia “prosciugato” tutti i fondi per le attività di manutenzione di Venezia è parzialmente vero ma quelle manutenzioni non avrebbero risolto il problema.

Il paese sta studiando una soluzione a questo problema dal 1966: i primi progetti sono degli anni ’80, la sperimentazione è della fine degli anni ’80, i problemi della VIA degli anni ’90-inizio 2000 mentre il MoSE è in costruzione dal 2003. Come dire: non siamo proprio gli ultimi cretini dal punto di vista ingegneristico.

Le paratoie del MoSE sono state testate per QUATTRO ANNI prima di iniziare la costruzione del sistema: non è vero che “non è collaudabile” perché un test ha dato problemi di vibrazioni: basta andare sul sito del MoSE per vedere che test di apertura ne sono fatti a iosa nel tempo.

Sostenere che il sistema sarebbe “obsoleto” a causa a causa del riscaldamento e dell’innalzamento degli oceani di non sappiamo quanto è insensato. Le dighe che tengono all’asciutto grandi parti dell’Olanda sarebbero “obsolete”? Semplicemente saranno ADEGUATE ai nuovi valori, probabilmente con anticipo e nessuno si metterà a dire che siano “obsolete”. Lo stesso, OVVIAMENTE succederà al MoSE che verrà adeguato ai nuovi parametri. Il MoSE farà quello che deve fare con i parametri di progetto nel 2022: se nel 2072 i parametri saranno diversi si vedrà, certo gli ingegneri non si fasciano la testa con decenni di anticipo, altrimenti non realizzerebbero NIENTE.

Il MoSE ha avuto tanti problemi: alti costi, giro di tangenti, alti tempi di realizzazione e alti costi di manutenzione ma si dovrebbe fare un confronto con gli altri sistemi di difesa mobile esistenti al mondo, riuniti nell’I-Storm per dare un giudizio complessivo.

In definitiva il MoSE è un progetto ambizioso che vuole tutelare più obiettivi: la possibilità di non avere le acque alte a Venezia, Chioggia etc, la possibilità di mantenere una laguna viva, la possibilità di navigare in laguna e la volontà di evitare un mostro paesaggistico. È un intervento necessario ma non sufficiente oppure potremmo dire che non si tratta di un punto di arrivo ma di un punto di partenza: una volta che il MoSE sarà funzionante bisognerà continuare con gli interventi in laguna per fare in modo che il numero di aperture sia solo per le acque alte eccezionali e non per tutte.

L’alternativa è quella di decidere di NON salvare Venezia (e Chioggia, etc.): è legittimo, basta dirlo.

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